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presi dall angoscia. Soltanto gli scatti delle macchine fotografiche risuonavano in quel silenzio come il
canto di qualche insetto esotico.
Franz ebbe di colpo la sensazione che la Grande Marcia fosse giunta al termine. Attorno
all Europa si ergono i confini del silenzio e lo spazio nel quale si svolge la Grande Marcia non è che un
piccolo podio al centro del pianeta. Le folle che una volta si accalcavano attorno al podio già da tempo
hanno rivolto lo sguardo altrove e la Grande Marcia continua in solitudine e senza spettatori. Sì, dice
Franz tra sé, la Grande Marcia continua, malgrado l indifferenza del mondo, ma diventa nervosa e
frenetica, ieri contro gli americani che occupavano il Vietnam, oggi contro il Vietnam che occupa la
Cambogia, ieri per Israele, oggi per i palestinesi, ieri per Cuba, domani contro Cuba e sempre contro
l America, ogni volta contro i massacri e ogni volta in appoggio ad altri massacri, l Europa marcia e
per seguire il ritmo degli avvenimenti e non lasciarsene sfuggire nessuno il suo passo diventa sempre
più veloce, sicché la Grande Marcia è un corteo di gente che corre e si affretta e la scena è sempre più
piccola, fino a che un giorno non sarà più che un punto senza dimensioni.
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L interprete gridò per la seconda volta il suo appello nel megafono. Di nuovo la risposta fu un
silenzio enorme e infinitamente indifferente.
Franz si guardò attorno. Quel silenzio dall altra riva del fiume li colpiva tutti in viso come uno
schiaffo. Persino il cantante con la bandiera bianca e l attrice americana si stringono l uno all altra
perplessi e non sanno che fare.
All improvviso Franz si rese conto di quanto fossero ridicoli tutti quanti, lui compreso, ma era
una consapevolezza che non lo distanziava dagli altri, non lo riempiva di nessuna ironia, anzi, proprio
allora provò verso di loro quell amore infinito che proviamo per chi è comandato. Sì, la Grande Marcia
si avvicina alla fine, ma è un motivo valido perché Franz la tradisca? Non si avvicina alla fine anche la
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L insostenibile leggerezza dell essere - Milan Kundera
sua vita? Deve prendere in giro l esibizionismo di quelli che hanno accompagnato al confine
cambogiano i coraggiosi medici? Che altro possono fare quelle persone se non dare spettacolo? Rimane
loro qualche possibilità migliore?
Franz ha ragione. Penso al redattore che aveva organizzato a Praga la raccolta di firme per
l amnistia dei prigionieri politici. Lui sapeva bene che quell azione non avrebbe aiutato i prigionieri.
L obiettivo reale non era liberare i prigionieri, ma mostrare invece che c erano ancora persone che non
avevano paura. Ciò che aveva fatto era uno spettacolo. Ma non aveva altra possibilità. Non aveva
possibilità di scelta tra azione e spettacolo. La scelta era: o dare spettacolo oppure non fare nulla. Ci
sono situazioni nelle quali le persone sono condannate a dare spettacolo. La lotta contro un potere
silenzioso (contro il potere silenzioso sull altro lato del fiume, contro la polizia trasformata in silenziosi
microfoni nel muro) è la lotta di una compagnia teatrale che assalito un esercito.
Franz vide il vecchio amico della Sorbona alzare il pugno e minacciare quel silenzio sull altra
riva.
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Per la terza volta l interprete gridò il suo appello nel megafono.
Il silenzio che nuovamente le rispose trasformò all improvviso l angoscia di Franz in una rabbia
selvaggia. Era a un passo dal ponte che separava la Thailandia dalla Cambogia e fu preso dal possente
desiderio di precipitarvisi sopra, di urlare al cielo terribili ingiurie e di morire nell enorme fragore delle
fucilate.
Questo improvviso desiderio di Franz ci ricorda qualcosa; sì, ci ricorda il figlio di Stalin che si
era lanciato contro il filo spinato percorso dalla corrente quando non aveva più potuto sopportare di
vedere che i poli dell esistenza umana si erano avvicinati fin quasi a toccarsi, sicché non c era più
differenza tra il sublime e l infimo, tra l angelo e la mosca, tra Dio e la merda.
Franz non poteva ammettere che la gloria della Grande Marcia fosse tutt uno con la comica
vanità di quelli che in essa marciavano e che il rumore grandioso della storia europea fosse scomparso
in un silenzio infinito, così che non c era più differenza tra la storia e il silenzio. In quell istante ebbe
voglia di posare sulla bilancia la sua stessa vita per dimostrare che la Grande Marcia pesava più della
merda.
Ma l uomo non potrà mai dimostrare nulla di simile. Su un piatto della bilancia c era la merda,
sull altro piatto il figlio di Stalin si pose con tutto il suo corpo, e la bilancia rimase immobile.
Invece di farsi uccidere, Franz chinò la testa e ritornò con gli altri, in fila indiana, verso i
pullman.
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Tutti abbiamo bisogno che qualcuno ci guardi. A seconda del tipo di sguardo sotto il quale
vogliamo vivere potremmo esser suddivisi in quattro categorie.
La prima categoria desidera lo sguardo di un numero infinito di occhi anonimi: in altri termini,
desidera lo sguardo di un pubblico. È il caso del cantante tedesco, dell attrice americana e anche del
redattore con il mento grosso. Egli era abituato ai suoi lettori e, quando un giorno i russi sospesero la
pubblicazione del suo settimanale, ebbe la sensazione di trovarsi in un atmosfera cento volte più
rarefatta. Nessuno poteva sostituire per lui lo sguardo degli occhi sconosciuti. Gli sembrava di
soffocare. Poi un giorno si rese conto di essere seguito a ogni passo dalla polizia, di essere ascoltato
quando parlava al telefono, di essere addirittura fotografato in strada di nascosto. Tutt a un tratto aveva
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L insostenibile leggerezza dell essere - Milan Kundera
su di sé occhi anonimi e poteva nuovamente respirare! Si rivolgeva teatralmente ai microfoni nel muro.
Nella polizia aveva trovato il pubblico perduto.
La seconda categoria è composta da quelli che per vivere hanno bisogno dello sguardo di molti
occhi a loro conosciuti. Si tratta degli instancabili organizzatori di cocktail e di cene. Essi sono più
felici delle persone della prima categoria le quali, quando perdono il pubblico, hanno la sensazione che
nella sala della loro vita si siano spente le luci. Succede, una volta o l altra, quasi a tutti. Le persone
della seconda categoria, invece, quegli sguardi riescono a procurarseli sempre. A questo gruppo
appartengono Marie-Claude e sua figlia.
C è poi la terza categoria, la categoria di quelli che hanno bisogno di essere davanti agli occhi
della persona amata. La loro condizione è pericolosa quanto quella degli appartenenti alla prima
categoria. Una volta o l altra gli occhi della persona amata si chiuderanno e nella sala ci sarà il buio.
Tra costoro ci sono Tereza e Tomáa.
E c è infine una quarta categoria, la più rara, quella di coloro che vivono sotto lo sguardo
immaginario di persone assenti. Sono i sognatori. Ad esempio Franz. Era andato fino al confine della
Cambogia solo a causa di Sabina. Il pullman sobbalza sulla strada thailandese ed egli sente fisso su di [ Pobierz całość w formacie PDF ]

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